La pubblicità nativa si presenta come una naturale continuazione dei contenuti editoriali, anziché come una rottura, sia da un punto di vista visivo che tematico. Gli utenti prestano così la propria attenzione online in modo più spontaneo.
Intercetta il tuo pubblico in modo naturale
Tecnicamente, sono classificati come "nativi" gli annunci basati su componenti definiti dal publisher, e non dall'inserzionista come accade di norma. Dunque, quando si parla di native advertising, ci si riferisce ad annunci pubblicitari che, come camaleonti, assumono la forma e le modalità del contenitore che li ospita. Risultano così più ingaggianti rispetto a quelli tradizionali, pertinenti ed efficaci in ogni situazione e su ogni dispositivo. Il loro aspetto è più simile a un contenuto che a un’inserzione e il valore dell’esperienza dell’utente è messo in primo piano.
Fai scendere in campo la creatività
In un strategia di content marketing, quando si progetta questo genere di campagne, è decisivo l’aspetto creativo: chi visualizza la pubblicità nativa deve sentirsi invogliato ad approfondire, con coerenza, senza sentirsi sopraffatto o distratto dal contenuto. Infatti, l’effetto finale, per l’utente, è quello di trovarsi davanti a un contenuto vero e proprio, piuttosto che a una proposta commerciale.
Alcuni dati interessanti
4X. Il New York Times con la pubblicità nativa ha quadruplicato il numero di impressioni visibili rispetto agli annunci banner standard simili.
25%. Per l'azienda Holiday Extras è stata la riduzione del costo per acquisizione grazie a campagne display Smart rispetto a campagne nella rete di ricerca manuali.
114%. La percentuale delle conversioni per l’azienda Audible grazie all'attivazione di campagne display intelligenti, in grado di adattarsi come annunci nativi.
562%. Il tasso di conversione di iWYZE grazie alla creazione automatizzata di annunci illustrati, nativi e di testo che si adattassero ovunque nella Rete Display di Google.