L'intelligenza artificiale e il machine learning stanno trasformando il panorama tecnologico e non solo. All'ultima edizione dell'IF! Italians Festival si è parlato di come dati e algoritmi abbiano un impatto sempre più importante sul lavoro creativo. I dati inibiscono la creatività o la aiutano? Lo abbiamo chiesto a 5 direttori creativi.
Albert Einstein scriveva che la misura di ogni intelligenza è nella capacità di cambiare. Umana o artificiale che sia, ogni risorsa è uno stimolo a evolvere.
Per capire quale sarà il ruolo dell'intelligenza artificiale nel processo creativo abbiamo intervistato:
- Gabriele Caeti, Executive Creative Director, DDB;
- Flavio Fabbri, Digital Chief Creative Officer, Armando Testa;
- Stefania Siani, Executive Creative Director, DLVBBDO;
- Massimiliano Maria Longo, Exponential Creative Partner, yourDIGITAL;
- Luca Cinquepalmi, Executive Creative Director, Publicis.
La creatività deve tenere conto della rivoluzione delle interazioni vocali.
Con la diffusione degli assistenti virtuali e dell’Internet of Things, parlare sarà il mezzo più naturale per interagire con la tecnologia. La creatività può aiutare nel design delle conversazioni, per un dialogo fluido, semplice e accattivante.
Serialità sempre e comunque, ma anche scalabilità e ottimizzazione.
I contenuti seriali sono un’opportunità sempre più adottata per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico. Ma la sfida per i creativi consiste nell’ideare soluzioni versatili ed efficaci per distribuirli su diverse piattaforme.
Non solo multicanalità.
Oggi i brand comunicano attraverso touchpoint molto vari: tuttavia nel futuro non parleremo solo di soluzioni creative distribuite attraverso vari formati e canali, ma di esperienze ibride. Le interfacce per gli utenti diventeranno sempre più immersive, fondendo ambiente fisico e virtuale.
Se riusciremo a imbrigliare la tecnologia avremo a disposizione un toolbox creativo che ci darà davvero la possibilità di cambiare il mondo
Massimiliano Longo, Exponential Creative Partner, yourDIGITAL