Enrico Sassoon è Direttore responsabile di Harvard Business Review Italia. In occasione della seconda edizione del CEO Forum di Google Italia, ha elaborato il documento “Introdurre l’IA in azienda. Spunti strategici e consigli operativi”. In questo articolo fornisce alcune delle priorità strategiche che i vertici aziendali italiani dovrebbero adottare per implementare al meglio l’intelligenza artificiale nella propria organizzazione.
Chi si trova oggi al vertice di un’azienda ha un ruolo fondamentale nel guidare l'adozione dell'intelligenza artificiale. Deve essere visionario, strategico, attento all’etica e aperto all'innovazione, per garantire che l'AI sia utilizzata in modo responsabile ed efficace per raggiungere gli obiettivi aziendali e creare valore a lungo termine.
Per supportare i CEO e C-level italiani in questo percorso abbiamo individuato una serie di priorità strategiche di cui tenere conto. Si tratta del frutto di una sintesi basata sull’analisi di opinioni di esperti e di insight condivisi da importanti società di consulenza.
Nel corso di questo articolo, ci concentreremo su alcuni dei fattori più determinanti per la cultura aziendale, emersi dallo studio completo che potrete scaricare al termine della lettura.
Adottare un approccio graduale all’intelligenza artificiale
È evidente che l'intelligenza artificiale sta emergendo come un potente motore di crescita e competitività per le aziende italiane. Non rappresenta solo un'opportunità per migliorare l'efficienza interna e ridurre i costi, ma anche un fattore chiave per acquisire un vantaggio competitivo sostenibile.
Questo è oggi chiaro per i C-level italiani: il 76% dei leader aziendali dichiara di aver compreso l’importanza dell’adozione dell’AI a livello organizzativo per poter rimanere competitivi sul mercato.1
L’introduzione dell’AI in azienda si configura come un percorso articolato e complesso, soprattutto per le aziende di medie dimensioni, che possono incontrare diverse difficoltà, come la mancanza di adeguate competenze interne, i budget limitati, lo scarso commitment del top management e le resistenze al cambiamento.
Tuttavia, diversamente da quanto si crede comunemente, non serve un approccio rivoluzionario all’AI per fare la differenza. Come avviene per tutti gli approcci realmente agili, conviene partire in piccolo, focalizzandosi su casi d’uso specifici anziché tentare di riprogettare l’intera azienda partendo da zero. È buona regola scegliere un’area in cui poter fare realmente presa con l’AI e poi ampliarne gradualmente l’utilizzo.
Il retailer di moda LuisaViaRoma, ad esempio, ha iniziato a utilizzare l'AI per ottimizzare le campagne pubblicitarie in Display & Video 360. Con l’adozione di un nuovo modello predittivo, il brand ha cominciato ad assegnare un valore diverso alle singole azioni compiute dalle persone sul proprio sito prima dell’acquisto, assegnando a ogni azione un segnale e utilizzandolo nelle piattaforme Google per individuare i clienti più propensi a comprare. Tutto questo per ottenere risultati significativi in termini di vendite e ritorno sulla spesa pubblicitaria.
Rafforzare la cultura e le competenze digitali
L'AI dà alle persone la possibilità di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, come l'interpretazione dei dati e il processo decisionale strategico. Questo crea un ambiente dove l'intuizione umana e la capacità di analisi dell'AI si combinano per ottenere risultati superiori a quelli che ciascuna potrebbe raggiungere da sola.
Tuttavia, il successo di questo modello dipende dalla capacità del leader di creare una cultura che valorizzi l'apprendimento continuo e la collaborazione.
Infatti, un aspetto da non trascurare nel processo di adozione dell’AI è l’impatto sulle persone. Bisogna evitare di dare per scontato che queste accolgano sempre con entusiasmo l’introduzione dell’AI.
È necessario strutturare un adeguato programma di change management che miri a far comprendere il valore dell’AI come uno strumento che motiva le persone a cogliere nuove opportunità. Serve quindi sviluppare una cultura digitale e avviare un piano di formazione strutturato per accrescere competenze e consapevolezza nell’azienda.
Nel progettare i sistemi tecnologici da adottare e nel valutarne l’impatto sull’organizzazione, compito prioritario del CEO e della leadership è definire con le funzioni dedicate quali abilità specifiche sono già in azienda. Serve identificare quali competenze vadano acquisite all’esterno e quali possono essere sviluppate all’interno con adeguati programmi di reskilling e upskilling.
Investire nello sviluppo delle competenze digitali dei dipendenti è essenziale perché un’azienda sia competitiva nell'era dell’AI.
Creare “intelligenza collettiva”
Alla luce dei cambiamenti organizzativi e culturali che comporta, l’introduzione dell’intelligenza artificiale in azienda ha delle implicazioni profonde anche sui modelli di management e di leadership. I manager rivestono sempre di più il ruolo di designer chiamati a dar forma all'ecosistema digitale e alla richiesta di nuovo valore che arriva dai clienti e dal mercato.
È essenziale che i CEO guidino il processo di adozione in azienda dell’intelligenza artificiale in maniera sicura e che si concentrino sulla governance.
I CEO che avranno successo nel prossimo futuro saranno sempre più delle figure in grado di integrare connessioni tra loro distanti e disparate, con una visione complessiva del business, innovatori in grado di anticipare le grandi tendenze di cambiamento indicando una direzione.
Per questo occorre un nuovo pensiero manageriale in grado di creare intelligenza collettiva, una capacità di leadership che andrà proiettata anche al di fuori dell’azienda, nell’ambito di ecosistemi allargati per la creazione di valore.
L’intelligenza collettiva richiede una leadership forte e lungimirante, capace di guidare l'organizzazione verso un nuovo modo di lavorare e pensare. Solo così le aziende potranno sfruttare appieno il potenziale dell'AI, trasformandola da semplice strumento di automazione a vero e proprio moltiplicatore delle capacità umane.
Il percorso per attuare questo cambiamento può sembrare complesso, ma solo investendo in una strategia ampia, articolata e di lungo termine si può arrivare a ottenere un vantaggio competitivo. Scaricate il report completo per conoscere 10 priorità strategiche vincenti e cogliere il massimo dall’AI.