Negli ultimi vent'anni internet e le nuove tecnologie hanno permesso alle aziende di accumulare e analizzare enormi quantitativi di dati, rendendoli tempestivamente disponibili e al servizio dei processi decisionali aziendali. Questo trend ha anche posto nuove sfide: dall’organizzazione e archiviazione dei dati, facendo ricorso al “cloud” o a infrastrutture proprietarie, fino ad una corretta analisi ed utilizzo di questi ultimi.
Come riportato nell’articolo “Le 5 “A”: il nuovo mantra della trasformazione digitale”, da uno studio di BCG commissionato da Google è emerso che lo scorso anno solo il 2% dei brand analizzati ha adottato strategie avanzate di data-driven marketing, ottenendo risultati concretamente migliorativi. Le opportunità per le aziende che applicano strategie di marketing data-driven possono essere innumerevoli, come ad esempio un incremento dei ricavi fino al 20% e un risparmio sui costi del 30%.
Il consumatore dovrebbe rappresentare il focus dell’intera organizzazione aziendale, ottimizzando i processi ed eliminando le barriere interne. I diversi team di lavoro, Marketing, Data Analysis, CRM (Customer Relationship Management) e IT, non possono essere considerati come indipendenti e autonomi. Nell’era del “Digital” è importante che queste divisioni agiscano insieme e in modo coordinato per trarre il massimo beneficio dalle nuove tecnologie.
Il primo ostacolo che spesso si incontra è proprio quello di comprendere come utilizzare i dati a disposizione. La volontà di sperimentare approcci più moderni non sempre si coniuga con la capacità di mettere a fuoco uno specifico obiettivo da raggiungere, anche e soprattutto perché i team coinvolti non sono storicamente abituati a collaborare con queste modalità.
Per aiutare le aziende ad affrontare questa sfida, Google ha disegnato una sessione di “design thinking” chiamata “Speed Data-ing”.
Questa sessione ha lo scopo di guidare l’azienda in un processo che, partendo dai propri obiettivi “di business”, porta a identificare i principali ostacoli e a progettare una possibile soluzione, diminuendo gli ostacoli interni ai diversi team coinvolti.
Questo esercizio di design thinking è stato ideato seguendo la metodologia “Sprint”, già adottata da Google nella prototipizzazione di alcuni modelli di business durante il processo di incubazione delle Start-Up.
Uno dei concetti principali per questa sessione di “Design Thinking” è quello del doppio diamante.
Prima di seguire gli step del doppio diamante, come prima attività, l’azienda identifica un obiettivo di business considerato strategico.Il passo successivo è quello di individuare e redigere la lista dei “key blockers”, gli ostacoli principali da rimuovere.
Infine, con un lavoro di gruppo, tutti i partecipanti propongono e individuano le soluzioni più efficaci per rimuovere gli ostacoli individuati e definire un progetto finale su cui focalizzarsi.
I concetti fondamentali di una giornata di Design Thinking
Per condurre una giornata di “Design Thinking” ci sono tre elementi da tenere in considerazione:
Lo “Speed Data-ing” comporta numerosi vantaggi: il primo è quello di comprendere al meglio come risolvere le principali sfide aziendali grazie all’utilizzo dei propri dati. La presenza al tavolo di lavoro dei rappresentanti di differenti funzioni aziendali favorisce la comunicazione tra le varie divisioni, permettendo la condivisione di processi e strategie innovative e accelerando la fase di incubazione delle idee per nuovi progetti basati sull’utilizzo dei dati di prima parte.
Al termine del workshop, l’azienda dovrebbe essere in grado di definire un modello di azione e individuare una possibile soluzione al problema, da questo dipenderà poi uno dei compiti più complessi: l’organizzazione delle proprie risorse interne e l’applicazione della strategia individuata.
Le 7 sessioni dello Speed Data-Ing
Qui di seguito i 7 esercizi che l’azienda dovrebbe seguire durante la sessione dello “Speed Data-ing”: