Oggi si parla sempre più spesso di “Virtual Reality” (realtà virtuale), “Augmented Reality” (realtà aumentata), “Mixed Reality” (realtà miscelata) o “Immersive Content” (contenuto immersivo). Per fare ordine e chiarezza, abbiamo raccolto le definizioni più comuni e diversi esempi che possono aiutarti a capire a pieno questo trend.
Immersive Content: esplorare mondi virtuali
Vuol dire stare dentro il contenuto, sprofondare in esso in modo totalizzante. Un concetto che proviene dal mondo del cinema e che si sposa
perfettamente con la realtà virtuale. Le persone perdono la consapevolezza di trovarsi in un mondo artificiale. Si abbandonano con tutti i sensi a quell’esperienza, interagiscono in modo reale sentendosi coinvolte a 360°.
«Virtual Reality» o «VR»: è sempre Realtà Virtuale
Quello di realtà virtuale (“VR”) è un concetto generico e definisce contenuti riproducibili attraverso terminali digitali come ad esempio HMD (Head Mounted Display) o anche smartphone (“Mobile VR”). Può trattarsi di filmati lineari, registrati con l’aiuto di una telecamera a 360° ma anche di simulazioni 3D interattive, come ad esempio nei giochi che consentono alle persone di immergersi completamente nell’azione.
“Virtual Reality” attraverso i video a 360° di YouTube
Molti contenuti di “Virtual Reality” sono presenti su YouTube. Ad esempio, il “Canale VR” di Google contiene una raccolta di video a 360° di ogni genere. Perché Virtual Reality e Video a 360°invitano alla stessa esperienza immersiva? I 360°danno modo alle persone di esplorare l’ambiente virtuale semplicemente muovendo il mouse del PC. È possibile anche immergersi nei video a 360° se visti da mobile attraverso il VR Viewer (come ad es. “Cardboard” o la versione più aggiornata di “Daydream” di Google) che molti smartphone hanno già. Come funzionano? I sensori di posizione del cellulare fanno sì che ogni movimento dell’utente sia trasferito alla “telecamera virtuale”.
Anche senza un VR Viewer è possibile percepire l’effetto 3D sullo smartphone: basta muovere l’immagine con i polpastrelli sul display, come con un mouse.
La «VR» è «Interactive VR»: non solo guardare ma partecipare
Per «Interactive VR» (realtà virtuale interattiva) si intende un ambiente che reagisce alle azioni delle persone all’interno della realtà virtuale. È possibile vedere questa realtà nei videogame e nelle applicazioni per dispositivi mobile. Se si ha a disposizione un controller, si possono utilizzare anche funzioni come «Touch» (tocco), «Hold» (pressione prolungata), «Click» (clic), «Swipe»(sfioramento) per selezionare elementi, spostarli, sostituirli o cancellarli, senza che sia necessario utilizzare menu.
“Augmented Reality” è l’applicazione nel mondo reale
Attraverso la realtà aumentata (Augmented Reality - AR) i contenuti virtuali hanno un’applicazione nel mondo reale. Una tecnologia che può essere utilizzata quotidianamente: ad esempio per trovare un prodotto nel supermercato in modo rapido, fornire istruzioni per il montaggio di una scaffalatura o illustrare le funzioni di un navigatore per l’automobile. Per non parlare di entertainment, in quest’ambito l’»AR» viene già applicata nei giochi: abbiamo a che fare con dinosauri che prendono vita sul tavolo del salotto, macchinine virtuali che si muovono nel soggiorno appena arredato virtualmente con un mobile selezionato da un catalogo. Ovviamente le possibilità di applicazione della realtà aumentata dipendono molto dal device che si sta utilizzando. Le prime applicazioni AR hanno riguardato app native su smartphone che si limitavano a integrare l’immagine della fotocamera con informazioni. Un esempio di realtà aumentata per eccellenza? «Pokemon Go» di Niantic gioco lanciato nel 2016 che ha riscosso un enorme successo a livello mondiale tra adulti e bambini.
L'esperienza maturata da Google grazie a progetti come Tango, ci ha permesso di integrare la tecnologia AR sui nuovi dispositivi della famiglia Pixel 3. Un utente può infatti accedere dall'interfaccia della fotocamera alla sezione Playgroud e posizionare diversi personaggi e oggetti sullo schermo dello smartphone e farli interagire con i soggetti e lo spazio che si sta inquadrando. Tramite questa tecnologià è possibile ad esempio fare un video del proprio desk e riprendere uno stormtrooper dell'esercito Imperiale e un droide BB-8 che fanno la guardia al tuo computer.
«Mixed Reality»: realtà miscelata
Intendiamo video in cui si combinano e si sovrappongono contenuti VR e reali sequenze di film. A tale scopo la persona che si trova in VR viene ripresa con l’aiuto della tecnologia Greenscreen. In seguito, la posizione della fotocamera reale viene collegata alla posizione della fotocamera virtuale. In questo modo anche le persone all’esterno possono vedere che cosa sta vivendo il soggetto nel mondo virtuale.
A che cosa bisogna fare particolare attenzione quando si creano contenuti VR?
I contenuti a 360° devono attrarre l’utente già al primo utilizzo: più è avvolgente il contenuto, più lunga è la permanenza delle persone e maggiore sarà la frequenza con cui tornerà a ripetere l’esperienza. Questo è importante per brand e agenzie pubblicitarie che desiderano avvalersi della VR per le loro strategie di marketing. Per creare video a 360° particolarmente rilevanti per l’utente, è necessario, già durante l’ideazione della storia, concentrarsi su momenti rilevanti del percorso che le persone dovranno fare. Momenti in cui una persona pensa “Voglio testare il prodotto prima di acquistarlo”, “Voglio viverlo come se fossi lì” o ancora “Voglio divertirmi come mai prima d’ora”. Così facendo è possibile raggiungere le persone al momento giusto influendo positivamente sull’efficacia della pubblicità. Per la creazione di contenuti VR ci sono dei principi da rispettare:
Le persone vedono tutto
Nell’ambiente virtuale le persone possono guardare liberamente, per questo è molto importante che le apparecchiature e altri strumenti ausiliari davanti alla telecamera non siano visibili, a meno che non appartengano alla scena. Nasconderli nel corso della post-produzione è difficile e costoso, nell’ambito dei film a 360°, una produzione professionale è impegnativa
Nessuna fretta
Per raccontare una storia in modo coinvolgente ci vuole tempo. Le persone devono orientarsi nell’ambiente virtuale. Vogliono capire dove si trovano, da dove provengono e dove stanno andando, per creare la necessaria empatia. Per questo motivo, nell’ambito dello storytelling, è importante concentrarsi molto sui dettagli, perché l’osservatore possa immergersi completamente nell’azione e abbia la sensazione di esserne parte.
Cambi di scena morbidi migliorano l’esperienza VR
Per raccontare la storia in modo fluido e senza interruzioni sono necessari passaggi impercettibili da scena a scena. Di conseguenza è importante evitare tagli bruschi, per garantire la migliore “immersione” possibile per le persone. Soprattutto se si utilizzano visualizzatori come Cardboard, è possibile che vengano percepiti come elementi di particolare disturbo riducendo la piacevolezza dell’esperienza. Dissolvenze morbide danno all’osservatore il tempo di abituarsi a un cambio di scena e di adeguarsi al nuovo ambiente
Effetti sonori, di movimento e animazione guidano lo storytelling
La tecnologia a 360° pone i registi di fronte a nuove sfide. Se un’azione importante per la storia si svolge senza che l’osservatore possa vederla, questi potrebbe non avere tutte le informazioni necessarie per comprendere la storia nel suo complesso. Tra gli elementi che possono essere utili c'è il cosiddetto audio spaziale, un suono 3D che può essere percepito dall’osservatore nell’ambito virtuale. L’attenzione delle persone verso un evento può inoltre essere orientata attraverso l'allestimento visivo della scena, il movimento e l'animazione.
In sintesi Video a 360°, “Virtual Reality” e “Augmented Reality” sono nuove tecnologie che possono essere utilizzate da brand e agenzie pubblicitarie in modo versatile ed efficace. L’immersione in altri mondi crea esperienze ed emozioni straordinarie per le persone, cattura il cliente e fa sì che si ricordi del brand molto di più rispetto a quanto avviene con le strategie classiche. Al momento giusto e con contenuti di qualità, è possibile ottenere gli esiti migliori per il cliente e per il brand.