Assumere le persone giuste è sempre stato fondamentale per ottenere grandi risultati aziendali. Quindi, dato che i professionisti del marketing dedicano sempre più tempo a districarsi tra i problemi correlati alla privacy, risulta sempre più importante comprendere in che modo i candidati considerano la sicurezza e l'etica dei dati.
Naturalmente, il segreto per trovare le persone giuste è porre le domande giuste. Noi di Think with Google ci siamo confrontati con una serie di esperti del settore per scoprire quali domande fanno durante i colloqui e perché. Ecco le domande giuste da porre per promuovere una cultura incentrata sulla privacy.
La domanda da porre durante un colloquio secondo Katie Eyton:
"Che cosa significa la privacy per te?"
"Questa è una domanda molto aperta, che consente di ottenere una reazione immediata. Alcune persone restano semplicemente di stucco e da questo puoi capire subito come considerino la privacy qualcosa di poco conto. Altri, però, possono raccontarti di un'esperienza personale di violazione dei dati che è stata per loro fonte di riflessione. La risposta a questa domanda consente di valutare il modo di pensare dei candidati."
"Nessun candidato avrà mai tutte le competenze ricercate, ma l'indicatore di successo più importante è l'attitudine. Chiunque può acquisire nuove competenze, ma non si può insegnare l'interesse per qualcosa. Devi cercare persone che mostrino rispetto e considerazione per gli utenti e i loro dati, in modo da creare una cultura incentrata sulla privacy."
La domanda da porre durante un colloquio secondo David Campos:
"Raccontami di un'occasione in cui hai avuto una conversazione difficile con altri colleghi a proposito della privacy. Come si è conclusa?"
"Questa è un'ottima domanda da fare, dopo aver sondato le nozioni di base sulla privacy del candidato. La risposta permetterà di comprendere se questa persona ha le capacità di persuadere i suoi colleghi e guidarli in situazioni incerte."
"Noi di Nestlé non vogliamo assumere candidati che si impongano sui loro colleghi ordinando loro cosa dovrebbero fare. Non vogliamo qualcuno che dica che una cosa non si può fare perché non è conforme. Questo è un approccio molto chiuso e categorico. Abbiamo bisogno di persone che sappiano affrontare e gestire correttamente varie sfaccettature. Le competenze trasversali, come la capacità di influenzare le persone e di mettersi nella loro posizione, sono assolutamente fondamentali."
La domanda da porre durante un colloquio secondo Alex Davies:
"Quali strategie, tattiche o tecnologie impiegheresti per proteggere la privacy degli utenti e preservare al contempo l'integrità dei loro dati?"
"Dal punto di vista della misurazione, questa domanda aperta consente di valutare la conoscenza del candidato in materia di privacy degli utenti e di capire se ignora o meno le implicazioni etiche. Consente, inoltre, di valutare le competenze e le conoscenze relative a varie tecnologie che verranno impiegate. Se la risposta sembra suggerire dei "trucchetti" per aggirare la questione della privacy degli utenti, allora inizia a dubitare seriamente del candidato: rispettare la privacy degli utenti deve essere alla base della misurazione."
"Cerco candidati che propongano piani per preservare efficacemente l'integrità dei dati nel lungo periodo. Mi aspetto che prendano in considerazione tre aree chiave. Innanzitutto, la definizione di modelli dei dati per compensare la mancanza di dati degli utenti che non hanno concesso il consenso. In secondo luogo, i miglioramenti tecnologici, come il tagging lato server, per fornire dati incrementali. Infine, l'abbinamento con i dati proprietari per aumentare i tassi di corrispondenza e non fare più affidamento sui cookie di terze parti."
La domanda da porre durante un colloquio secondo Zoran Arsovski:
"Raccontami di un'occasione in cui hai portato un cambiamento nella tua azienda."
"Un'azienda che mette al primo posto la privacy deve essere pronta a importanti cambiamenti organizzativi. Il panorama aziendale è in continua evoluzione e voglio sapere che qualsiasi nuova persona assunta sarà a proprio agio nel promuovere il cambiamento. Voglio che i candidati mi parlino di un'occasione in cui hanno portato un cambiamento nell'azienda, con l'uso della tecnologia. Devono dimostrare di poter trovare il giusto equilibrio tra una serie complessa di esigenze e il raggiungimento di un obiettivo ambizioso."
La domanda da porre durante un colloquio secondo Ivana Bartoletti:
"Come e perché hai iniziato a interessarti alla privacy?"
"Chiedo sempre ai candidati come è nato il loro interesse per la privacy e resto sempre affascinata dalle risposte. Quando le persone rispondono, puoi percepire il loro interesse, la loro maturità e la loro curiosità in relazione a questo argomento, oltre alla loro volontà di acquisire nuove competenze."
"Non mi importa molto conoscere il background dei candidati. Assumo volentieri persone con esperienza in qualsiasi campo: legale, della sicurezza, della gestione dei dati e così via. Ciò che per me conta davvero è il percorso personale ha portato i candidati a interessarsi della privacy. In una certa misura, le competenze possono essere apprese, ma non possiamo insegnare la passione. La privacy è un argomento che richiede molta attenzione, perché cambia ogni giorno. Devi scegliere persone che abbiano l'interesse e la passione per tenersi sempre aggiornate."
Queste domande dimostrano che le competenze tecniche di un candidato sono certamente importanti, ma anche l'attitudine, la passione e la capacità di affrontare un cambiamento sono requisiti fondamentali da prendere in considerazione nel processo di assunzione.
Porre alcune di queste domande durante i colloqui ti può aiutare a creare una cultura incentrata sulla privacy. Avrai modo, così, di individuare le persone in grado di trovare soluzioni etiche ai problemi, adattarsi ai continui cambiamenti legislativi e incoraggiare i colleghi a seguirli in questo percorso orientato al rispetto della privacy e in continua evoluzione.
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