Fabio Ercolani, Head of Marketing BtB Italia, commenta un nuovo studio di Google sui principali obiettivi delle piccole e medie aziende italiane, lo stato della trasformazione digitale e l’opportunità rappresentata dall’export.
Le PMI rappresentano il 92% delle imprese attive sul territorio italiano e impiegano l’82% dei lavoratori in Italia, concentrati soprattutto nei i settori dei servizi, dell’edilizia e dell’agricoltura1 . Sono di fatto il motore del nostro paese e dal loro successo dipende in larga parte l’economia italiana. Anche per questo è importante conoscere quali siano le loro necessità e le loro sfide, sapere se e come stiano abbracciando la trasformazione digitale e identificare possibili driver di crescita.
Google ha recentemente commissionato uno studio2 per capire gli obiettivi principali delle piccole e medie imprese italiane. Emerge che la crescita del business è la priorità numero uno per una PMI. Trovare nuovi clienti è, infatti, la sfida principale del prossimo anno per il 61% delle imprese intervistate, seguita a ruota dalla fidelizzazione dei clienti attuali (44%). Per il 30% invece il tema più importante è l’aggiornamento tecnologico o un’attività di promozione efficace.
PMI e innovazione tecnologica: a che punto siamo
Lo studio ha analizzato anche il rapporto tra innovazione tecnologica e PMI e i dati ci indicano che c’è ancora molto su cui lavorare: il 35% delle imprese intervistate dichiara di non avere ancora un sito web aziendale, mentre il 75% non gestisce una campagna sui motori di ricerca o sulle mappe.
Il 50% degli imprenditori, però, ha dichiarato di voler essere presente online per trovare nuovi clienti e più del 40% vuole far aumentare la conoscenza del proprio brand. Cosa li frena, quindi?
Uno dei maggiori ostacoli alla trasformazione digitale è la mancanza di familiarità con le tecnologie e la conseguente necessità di acquisire competenze specifiche. Anche costi elevati e incertezza sul ROI (Return on Investment) frenano tale processo3.
Le potenzialità dell’export
Il 70% delle imprese intervistate dichiara che gran parte del proprio fatturato è generata in Italia. Ciò indica che c’è spazio per crescere guardando soprattutto fuori dai confini nazionali.
I prodotti italiani vengono cercati in tutto il mondo e il volume di ricerche su Google dei prodotti legati al Made in Italy è aumentato del 56%4 negli ultimi tre anni, fra il 2015 e il 2018. Il dato sintetizza la crescita delle parole chiave per i prodotti nelle categorie Alimentare, Arredamento, Auto, Abbigliamento e Turismo.
Brasile, India, Portogallo e Stati Uniti sono i paesi per i quali il traffico delle ricerche legate al Made in Italy registra un’accelerazione superiore alla media e anche nelle più vicine Francia, Germania e Regno Unito l’interesse per il Made in Italy è in crescita. Il turismo registra il maggior grado di aumento dell’attenzione da parte degli utenti con un +82% delle ricerche dal 2015 al 2018. In forte aumento anche le ricerche legate all’Alimentare (+51%), seguite da Auto (+21%) e Moda (+49%).
L’export può quindi avere ruolo fondamentale per la crescita delle piccole e medie imprese, come confermato anche dal Rapporto Ice con la crescita del 3,8% degli scambi internazionali di beni e servizi nel 20185.
Crescere grazie al digitale
Per le aziende che vogliono intraprendere la strada dell’internazionalizzazione, Google ha creato Market Finder, una piattaforma gratuita che rende disponibili dati e insight su oltre 180 mercati esteri in modo semplice e immediato.
Il percorso interattivo di Market Finder aiuta le aziende a individuare i paesi che offrono le maggiori opportunità e mette a disposizione dati dettagliati su questi mercati aggregando 39 fonti diverse, dalle ricerche effettuate per ciascun prodotto, alla facilità di fare impresa, dai comportamenti di acquisto dei consumatori fino alla capacità di spesa media per nucleo famigliare.
Con queste informazioni, le aziende possono iniziare a definire una strategia di marketing e allo stesso tempo trovare una serie di spunti per pianificare le proprie operazioni internazionali, inclusi l'assistenza clienti, i pagamenti e gli aspetti legali della commercializzazione.
In poco più di un anno dal suo lancio in Italia, questo strumento ha già aiutato molte aziende a trovare i mercati più interessanti in cui espandersi. È il caso di Lanieri che produce abiti della tradizione tessile del Made in Italy da inviare in tutto il mondo, offrendo anche un innovativo servizio di sartoria digitale. L’azienda ha usato Market Finder per confermare la validità dei propri investimenti e per pianificare l’espansione su nuovi mercati come la Francia, che ha portato ottimi risultati con una crescita del fatturato del 60% anno su anno ed il 15% in più di nuovi clienti.